Alighieri, Dante – De Monarchia, ovvero le radici medievali del laicismo politico

De Monarchia: storia, significato e struttura dell’opera di Dante Alighieri

De Monarchia: storia, significato e struttura dell'opera di Dante AlighieriA cura di Antonello Ruberto.

Significato e storia del De Monarchia di Dante, il saggio politico nel quale Dante affronta il rapporto tra potere temporale (autorità politiche) e potere spirituale (Chiesa)

Devi conoscere

Cosa imparerai

  • La struttura del De Monarchia
  • Il suo significato filosofico
  • La sua importanza storico-politica

INDICE

  1. Filosofia, storia e politica nel De Monarchia di Dante
  2. Il contesto storico in cui Dante scrisse De Monarchia
  3. Struttura del “De Monarchia”
    1. Libro I
    2. Libro II
    3. Libro III
  4. Ascolta il podcast su Dante Alighieri
  5. Guarda il video sul De Monarchia
  6. Concetti chiave

Infobox

AutoreDante AlighieriCosaDe MonarchiaQuandotra il 1312 e il 1313CaratteristicheSaggio politico costituito da tre trattatiMovimento letterarioPreumanesimoLinguaLatinoFrase celebre”L’umana generatione, quando è massime libera, hottimamente vive.” Dante nel De Monarchia

1Filosofia, storia e politica nel De Monarchia di Dante

Luca Signorelli, Ritratto di Dante Alighieri. Cappella di San Brizio alla Cattedrale di Orvieto
Luca Signorelli, Ritratto di Dante Alighieri. Cappella di San Brizio alla Cattedrale di Orvieto — Fonte: Istock

De Monarchia: opera in latino formata da tre libriLo scopo del De Monarchia, opera in tre libri e unico tra i trattati di Dante a essere portato a compimento, è quello di definire quali erano gli obiettivi e le competenze delle due istituzioni, il papato e l’impero, che da secoli si scontravano per stabilire la supremazia di una sull’altra: non era questione da poco, in quanto entrambe avevano vocazione universale, cioè avocavano a sé la guida della cristianità.

Scontro tra papato e imperoE se è vero che questo scontro aveva risvolti essenzialmente regionali poiché influiva pesantemente sulla vita politica dei Comuni italiani provocando scontri durissimi con conseguenze tragiche, di cui l’esilio dell’autore è solo uno dei tanti esempi, è soprattutto vero che questo scontro poneva problemi di respiro universale che come tali andavano affrontati: è per questo motivo che la lingua scelta per questo scritto è il latino, la lingua dei sapienti, di coloro che avevano studiato il diritto e la filosofia, e che era conosciuta e comprensibile dai dotti di tutta Europa.

Influenze di AristoteleNell’intento di affrontare e sciogliere questa complicata serie di questioni Dante scrive un saggio in cui filosofia, politica e teologia s’intrecciano, e fortissime sono le influenze aristoteliche, che fanno da base all’intera impalcatura della teoria dantesca: l’uomo è un essere razionale e sociale, dice Dante, e la sua storia si sviluppa tutta attorno a questi due aspetti della sua personalità;

Influenza della filosofia scolasticaaltrettanto evidente è l’influenza della filosofia scolastica, che emerge nella costruzione del discorso argomentativo, dove il ragionamento di ciascun libro prende avvio da un principio generale e poi si sostanzia di una serie di asserzioni logicamente e razionalmente collegate e supportate dalle auctoritates bibliche e storiche che convalidano la tesi dell’autore e smentiscono le altre.ApprofondisciGenesi della Divina Commedia di Dante

Discorsi profondi e urgentiSi tratta di discorsi profondi e urgenti, e non per caso molti dei concetti espressi in questo saggio si ritrovano sia nel Purgatorio che nel Paradiso della Commedia, come ad esempio la legittimità dell’idea che sia il popolo di Roma a designare l’imperatore, tesi che si ritrova nel VI canto del Paradiso, ma segnalano la centralità di questi discorsi nella sua concezione del mondo e della sua organizzazione. 

Teoria dei due soliNel canto XVI del Purgatorio si ritrova un’eco della cosiddetta teoria dei due soli, una formula che ben sintetizza il pensiero dantesco per cui papato e impero sono due istituti che la provvidenza divina ha concepito come distinti e autonomi, e come tali devono rimanere: compito dell’autorità imperiale è di amministrare la società umana secondo giustizia, armonia e amore, in modo da far raggiungere agli uomini la felicità terrena; è secondo alla Chiesa per il solo fatto che il compito di quest’ultima è di condurre l’Uomo alla felicità ultraterrena. 

2Il contesto storico in cui Dante scrisse De Monarchia

ApprofondisciFederico II di Svevia: biografia, pensiero politico e caratteristiche dello Stupor Mundi

Federico II di SveviaLo scontro tra papato e impero aveva radici antiche che risalivano fino all’XI secolo, e aveva visto una nuova recrudescenza nella prima metà del Duecento con la salita al trono imperiale di Federico II di Svevia che, regnando sul meridione d’Italia, aveva provato a riportare anche i comuni del centro-nord sotto il suo controllo. 

Innocenzo IIIA questo tentativo si erano opposti i pontefici che, a cominciare da Innocenzo IIIvolevano imporre la teocrazia papale affermando così la supremazia della Chiesa su quella di tutti i sovrani temporali. 

Enrico VII di Lussemburgo
Enrico VII di Lussemburgo — Fonte: Getty-Images

Il predominio della parte guelfaLo scontro coinvolge, inevitabilmente anche i comuni italiani che si dividono tra fazioni guelfe fedeli al papa e fazioni ghibelline favorevoli all’imperatore; questa situazione sembra conoscere un momentaneo arresto con la battaglia di Tagliacozzo del 1268, che pone fine al controllo della dinastia Sveva sull’Italia meridionale, che passa sotto lo scettro degli Angioini, alleati del papa: la vittoria del papa e dei suoi alleati afferma il predominio della parte guelfa.

La discesa di Enrico VII di LussemburgoIl De Monarchia viene scritto tra il 1310 e il 1313in occasione della discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo, un’operazione politica che aveva l’obiettivo di ricompattare il fronte ghibellino per ribadire la presenza imperiale in Italia contrastando la politica dell’asse costituito dalla Francia di Filippo IV, dal papato di Clemente V e dalla corte angioina di Napoli.

Curiosità

Pur ritenendola autentica, Dante giudicava illegittima la cosiddetta Donazione di Costantino poiché addebitava al pontefice poteri che non li competevano. Dante passa quindi a illustrare la teoria dei due soli, che tratta i due istituti come separati ed autonomi, ciascuno dotato di obiettivi diversi: l’impero deve garantire una società giusta che conduca gli uomini alla felicità terrena, la Chiesa invece deve condurli alla felicità eterna attraverso la fede e l’insegnamento della dottrina cristiana, e qualunque pretesa di potere temporale non è valida.

3Struttura del “De Monarchia”

ApprofondisciIl trattato politico: significato e caratteristiche

Concezione dell’ordinamento gerarchico e monarchico e della figura del monarcaCiò che traspare dall’opera è un’utopica concezione dell’ordinamento gerarchico e monarchico e della figura del monarca stesso: Dante s’immagina una società in cui ordinamenti giuridici e leggi morali si connettono e si collegano, giustificati da un’ottica storica sorretta dal disegno della provvidenza divina. Ma la cosa interessante è che in essa si propone l’idea, davvero audace per i tempi, della distinzione netta tra il potere spirituale e quello temporale, che vengono presentati come distinti e autonomi l’uno dall’altro. L’opera conosce fin da subito una rapida diffusione e scaturisce aspre critiche soprattutto dagli ambienti guelfi più radicali.

Esortazione al superamento del particolarismoTenendo presente la cornice storica in cui l’opera viene scritta appare chiaro come, al netto di qualsiasi utopismo, il De Monarchia sia un’esortazione al superamento del particolarismo tipico dei comuni italiani e quindi della loro debolezza politica.

3.1Libro I

ApprofondisciOttaviano Augusto: pensiero politico, riforme e politica culturale

La necessità di una monarchia universaleIl primo libro del “De Monarchia” parte dal principio che la monarchia universale sia un qualcosa di necessario poiché il suo compito è quello di assicurare il rispetto delle leggi e quindi uno stato di giustizia e armonia tra gli uomini necessarie, insieme alle quattro virtù cardinali, per il raggiungimento della felicità terrena.

Il monarca: guida morale per gli uominiUno degli ostacoli alla felicità è l’avidità, il desiderio smodato dei beni terreni e materiali che il sovrano deve fermare attraverso le leggi; inoltre, essendo sovrano del mondo intero, avrebbe in suo possesso tutti i beni materiali: una condizione che allo stesso tempo lo libererebbe dal desiderio, poiché avendo già tutto non avrebbe alcunché da desiderare, e al tempo stesso gli permetterebbe di liberare dal desiderio tutti i popoli a lui soggetti. Il monarca è perciò una guida morale per gli uomini, la cui necessità è storicamente comprovata dall’esempio di Augustoprimo imperatore di Roma e assunto a esempio di sovrano universale e perfetto.

3.2Libro II

Natura provvidenziale dell’impero romanoEd è proprio dall’impero romano che parte il secondo libro: esso ebbe una natura provvidenziale, voluto da Dio per unificare gli uomini e dar loro la pace e un’unica legge, preparando così le condizioni per l’avvento di Cristo. Argomenti storici e teologici si intrecciano per dimostrare il diritto del popolo romano ad espandersi e, cosa enormemente importante ai fini del dibattito politico, la legittimità del Sacro Romano Impero a dichiararsene erede.

3.3Libro III

Rapporto tra papato e imperoIn quest’ultimo libro si affronta di petto la questione più prettamente politica dell’opera, cioè del rapporto tra papato e impero.

I motivi della superiorità papaleDante dapprima smonta la tesi della supremazia imperiale su quella pontificale per passare poi a smontare la cosiddetta teoria del sole e della luna, una formula che sotto forma di metafora sintetizzava i motivi della superiorità papale; il potere del pontefice era visto come l’unico reale in quanto la Chiesa era emanazione diretta della volontà divina, motivo per cui nessun potere temporale, terreno, poteva prescindere da quello papale: il potere imperiale, insomma, non brilla di luce propria ma, come la luna, s’illumina della luce riflessa proveniente da un astro più grande e nobile.

4Ascolta il podcast su Dante Alighieri

https://widget.spreaker.com/player?episode_id=48897806&theme=light&playlist=false&playlist-continuous=true&playlist-loop=false&playlist-autoupdate=true&autoplay=false&live-autoplay=false&chapters-image=true&episode_image_position=right&hide-likes=false&hide-comments=false&hide-sharing=false&hide-logo=false&hide-download=true&hide-episode-description=false&hide-playlist-images=false&hide-playlist-descriptions=false&gdpr-consent=null

5Guarda il video sul De Monarchia

Concetti chiave

  • Filosofia, storia e politica nel “De Monarchia”
    • Si tratta dell’unico saggio portato a compimento da Dante in cui si affronta il nodo politico delle competenze di papato e impero.
    • Il testo è scritto in latino perché destinato alla più larga diffusione possibile, in quanto i temi posti erano di carattere universale.
    • La definizione delle competenze di questi due istituti era un problema di cocente attualità politica, data la secolare situazione di scontro tra di essi.
    • Nella sua argomentazione Dante si appoggia a ragionamenti e concatenazioni logiche tipiche della scolastica e ad argomentazioni di tipo aristotelico.
  • La cornice storica
    • Lo scontro tra papato e impero segna tutto il XIII secolo; i tentativi della dinastia Sveva di riportare i comuni italiani sotto il controllo imperiale portano ad un perenne scontro con l’autorità ecclesiastica.
    • Lo scontro tra papato e impero provoca una divisone politica in seno ai comuni italiani, che al loro interno si dividono in partiti guelfi e ghibellini.
    • Il De Monarchia vienescritto in occasione della discesa in Italia di Enrico VII del Lussemburgo, imperatore che voleva ricompattare il fronte ghibellino.
  • Struttura del “De Monarchia”
    • La soluzione proposta da Dante è fortemente innovativasul piano politico ma si connota anche per una forte carica idealista.
    • I primi due libri dell’opera analizzano i motivi per cui la monarchia universale sia necessaria, e come l’impero romano, di cui quello germanico è erede, fosse stato determinato dalla provvidenza.
    • Il terzo libro espone compiutamente la teoria dei due soli, in base alla quale impero e papato sono due istituti necessari e autonomi perché si occupano di ambiti diversi della vita umana.

Articoli correlati

De Monarchia di Dante Alighieri | Video

De Monarchia di Dante Alighieri: analisi e spiegazione del trattato politico di Dante. Guarda il video a cura di Chiara Famooss… Continua

De Monarchia: descrizione dell’opera di Dante

Di cosa parla il De Monarchia? Descrizione del saggio politico di Dante Alighieri, il De Monarchia… Continua

Mappa concettuale sul De Monarchia di Dante Alighieri

Mappa concettuale sul De Monarchia di Dante Alighieri: storia, struttura e significato del saggio politico del poeta toscano… Continua

La vita di Dante Alighieri: riassunto

Riassunto della vita e le opere di Dante Alighieri… Continua

Convivio di Dante Alighieri: struttura e temi

Struttura e temi del Convivio, il saggio di Dante scritto tra il 1304 ed il 1307 nei primi anni dell’esilio. Il Convivio è un’opera incompiuta composta da 4 trattati anzichè i 15 inizialmente… Continuahttps://1d2945ac24e43ec6b34e82589b2f7376.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html© 2022 Mondadori Media S.p.A. – via Bi

/ 5
Grazie per aver votato!